L’accordo
raggiunto tra Banca MPS e le sigle sindacali Fabi, Fiba-Cisl, Uilca e Ugl
ricalca appieno il motto latino “divide
et impera”. La spaccatura del fronte delle rappresentanze dei lavoratori
non è una conseguenza casuale. Al contrario, è il risultato di una politica aziendale marcatamente finalizzata
alla creazione di dissenso e scontento all’interno dei sindacati, in modo da
poter contare su una posizione contrattuale più forte. Pur rispettando la
assoluta libertà di scelta di ciascuna rappresentanza dei lavoratori, ci
dispiace rilevare questo tipo di strategie all’interno della condotta attuata
dal top management di Banca MPS. Un top management che sembra maggiormente
preoccupato di tagliare i costi che non di creare soluzioni per un ritorno
immediato alla produttività. Prima di ricorrere a misure estreme come
l’esternalizzazione, la riduzione del costo del lavoro e dei benefit, si deve
essere ragionevolmente certi di aver tentato ogni altra strada praticabile per
mantenere il livello di competitività di MPS. E’ impossibile continuare a
gestire la Banca soltanto con i tagli ai livelli occupazionali senza un piano
di rilancio produttivo. Al momento, un piano del genere manca all’appello.
Mancanza non da poco, visto che il piano industriale con i relativi
provvedimenti andranno ad incidere doppiamente sulla città. In primo luogo,
avranno ripercussioni sul tessuto occupazionale, con centinaia di dipendenti
che vedranno il proprio futuro minacciato dall’incertezza insieme a quello
delle proprie famiglie. In secondo luogo, la mancanza di un piano di rilancio
della produttività priva Siena di una delle maggiori fonti di credito, prosciugando
alla fonte molte possibilità di sviluppo per le imprese.
Impegno per Siena
Movimento Civico Senese
Nero su Bianco
Ora Siena
Sena Civitas – Moderati di Centrodestra per Siena
# Siena 2030
Nessun commento:
Posta un commento