Il tavolo delle
anime civiche senesi è tornato al lavoro, con il consueto scopo di individuare
soluzioni da contrapporre al panorama di dissesto generalizzato che affligge la
città. L’ultima riunione del Baricentro Civico, tenutasi giovedì 29 novembre scorso,
ha salutato anche la partecipazione del Movimento Civico Senese. Il
principale punto di contatto è costituito dalla volontà di individuare le basi
per un autentico confronto programmatico sui tanti problemi della città. Un
confronto scevro da quelle faziosità che impediscono a priori di individuare
soluzioni condivise.
La discussione è
stata quindi concentrata sul tema dell’occupazione. L'analisi ed il confronto si
sono sviluppati anche attorno ai nodi costituiti Siena Biotech, MPS ed
Università.
La tendenza
al silenzio. Il minimo comune denominatore è purtroppo costituito da una
preoccupante tendenza al silenzio. Le istanze dei dipendenti MPS, in stato di
acuta agitazione, sono regolarmente ignorate dall’interlocutore principale. Il
top management, infatti, non ha risposto a nessun interrogativo posto dai
lavoratori. Non ha replicato a coloro che chiedono la revisione del piano
industriale. Non ha risposto alle istanze mosse dalle rappresentanze dei
lavoratori, tese ad evitare le esternalizzazioni (come l’utilizzo del Fondo di
Solidarietà). Una tendenza al silenzio estesa anche alla Fondazione. Durante la
manifestazione dei lavoratori di Siena Biotech, infatti, il presidente Mancini
ha accuratamente evitato le domande sul futuro della società. Limitandosi a
dichiarazioni più che laconiche, anche la Fondazione sta contrapponendo un muro
di gomma alla reale preoccupazione dei lavoratori che, come i dipendenti MPS,
sono uomini e donne preoccupati per il proprio futuro. Un futuro, unito a
quello delle proprie famiglie, minacciato da un’incertezza che rischia di
divenire cronica. Per quanto riguarda Banca MPS, infine, ulteriori motivi di
attenzione sono originati dalla richiesta di altri 500 milioni di strumenti
finanziari al Ministero dell’Economia. Un provvedimento le cui conseguenze non
sono affatto chiare.
L’università.
Il tavolo ha anche analizzato la situazione del principale ateneo cittadino. Il
6 dicembre il Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo sarà a Siena per
partecipare all'inaugurazione del 772° Anno Accademico. Un'occasione importante
non tanto per celebrare un evento simbolico, da gestire con la massima sobrietà
visto il momento, ma soprattutto per chiarire alla cittadinanza la situazione dell'ateneo
senese. Sarà anche l’occasione per fornire delucidazioni sulle iniziative che si
intende intraprendere a salvaguardia del prestigio dell'Istituzione. L’auspicio
è che il Ministro non si limiti a parlare dello stato generale dell'università
italiana. Al contrario, speriamo che entri nel merito delle questioni
riguardanti sia le elezioni del Rettore, sia il grave dissesto che ha colpito
l'Ateneo. Nella prossima udienza davanti al GUP, i membri della commissione
elettorale e dei componenti del seggio per le elezioni del Rettore dovranno
rispondere dell'accusa di falso ideologico commesso da pubblici ufficiali in
atti pubblici. Sarebbe quanto mai opportuno che il Ministro esprimesse il
proprio punto di vista sulla legittimazione dell'attuale Rettore a svolgere il
proprio ruolo. Ciò in conseguenza di quanto riportato dagli organi di stampa, i
quali hanno reso noto che, tra gli atti oggetto di falsità, vi è anche il
decreto del Ministero dell'Università e della Ricerca con il quale veniva
nominato Rettore dell'Università di Siena il Prof. Angelo Riccaboni. E’ utile
ricordare che, dall’inizio dell’indagine, il Ministero ha rivestito la
qualifica di persona offesa. Riteniamo inoltre che il Ministro Profumo abbia il
dovere morale e l'obbligo istituzionale di costituire il proprio Dicastero
quale parte civile nei processi sul dissesto dell'Università. Chiediamo quindi
chiarezza e posizioni nette, nell'interesse dell'Ateneo e dell'immagine della
città intera. Chiarezza che non è mai stata efficacemente ricercata dal sindaco
dimissionario.
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