lunedì 8 ottobre 2012

“Nero su Bianco”: il riscatto di Siena parte dai cittadini

Cinque domande scomode per identificare i problemi e trovare le giuste soluzioni

Un movimento fondato dall’aggregazione delle forze attive presenti in città. Un movimento fatto di persone che a Siena lavorano da sempre. Un movimento, non un partito. E’ questo lo spirito che ha portato alla nascita di “Nero su Bianco”.
Nero su Bianco come sinonimo di chiarezza. Nero su Bianco come sinonimo di trasparenza. Nero su Bianco come sinonimo di responsabilità.

Cambio di rotta. “Il nostro movimento nasce sulla base di due considerazioni molto semplici – ha detto Gabriele Cresti – La città è arrivata al punto di non ritorno. La crisi che l’ha investita si sta propagando a tutti i livelli. La Banca, la Fondazione, l’Università, l’Ospedale, la cultura, ma soprattutto l’impiego. In altre parole, ogni settore vitale per Siena. Tutto ciò ha già iniziato a ripercuotersi sulla quotidianità di ogni cittadino, e da adesso in poi le conseguenze saranno ancora più sensibili. Questo è un dato di fatto. Così come un dato di fatto è che il precedente modo di amministrare la città ha generato ed acuito gli effetti del dissesto generale. I partiti hanno creato il problema. Con i loro riti interni, i partiti non sono in grado di risolverlo. Alla figura del politico di mestiere contrapponiamo le nostre singole esperienze professionali, impegnate al servizio della città per un periodo di tempo ben determinato. Ecco perché ognuno di noi ha messo a disposizione il proprio capitale umano per creare un soggetto diverso. Un soggetto in cui le gerarchie non sono importanti, poiché ognuno porta il proprio contributo. In una squadra c’è bisogno di componenti che siano complementari l’una all’altra, c’è bisogno di equilibrio. E qui non c’è solo equilibrio, ma anche trasparenza poiché, ad esempio, il nostro statuto prevede la figura del revisore dei conti.
Per evitare che la situazione di Siena peggiori ulteriormente, è necessario cambiare strada. Tuttavia, non è più possibile ottenere la svolta sostituendo semplicemente il vertice.  Non se il nuovo organo di governo affonda le radici nello stesso terreno del precedente. E’ necessario un soggetto diverso, che abbia la reale percezione dei problemi della città perché ci vive a contatto giorno per giorno. Un soggetto estraneo a quelle logiche partitiche che hanno imboccato la strada del dissesto. A chi volesse chiedermi se siamo di destra o di sinistra rispondo così: è la domanda sbagliata. Questi sono concetti che appartengono ad una politica bidimensionale, piatta. Cioè a quel modo di intendere il governo della città che ha prodotto  solo macerie.  Queste distinzioni sono il passato e fanno parte del problema. Noi stiamo creando una sorta di tridimensionalità. Non siamo né di destra, né di sinistra. Siamo oltre. Siamo di Siena e soprattutto siamo pro-Siena”.

Un campione rappresentativo. “Il nostro è un diverso approccio alla città, ed alla prossima competizione elettorale in cui i cittadini dovranno scegliere chi li governerà in futuro – ha dichiarato Gianna Neri - Non vogliamo nasconderci dietro ad un volto che possa attirare voti solo perché popolare. Al contrario, proponiamo un diverso modo di pensare al governo della città. Perché diverso? Perché composto da persone comuni. Persone comuni che hanno l’esatta percezione dei problemi di chi si trova quotidianamente a fronteggiare gli effetti della crisi, con la mancanza di credito, con la carenza di impiego, con l’assenza di prospettive causata dall’indebolimento cronico delle più grandi istituzioni di questa città. Una riscossa di Siena originata dalle sue componenti. All’interno della nostra squadra ci sono esperienze variegate ed eterogenee. Ci presentiamo come uno spaccato rappresentativo della realtà senese, e per questo aperti a tutti coloro che si riconoscono in queste caratteristiche per la composizione di un campione. Un campione del tessuto sociale cittadino, aggregato dal comune scopo di generare la scintilla che possa dare inizio alla ricostruzione”.

Il primo passo. “Un ciclo è finito, è innegabile – ha proseguito Duccio Meiattini - Utilizzando un paragone estremo, possiamo fare ricorso alla situazione del secondo dopoguerra, pur senza incorrere in catastrofismi. Lo scenario dell’occupazione è più che preoccupante. Senza lavoro, le prospettive si riducono. Senza prospettive, si rischia di pensare che l’unica soluzione sia la fuga. Per scongiurare questo pericolo, dobbiamo voltare pagina. E per voltare pagina c’è un primo passo da fare, ovvero identificare il problema. Troppo spesso, infatti, Siena è vittima di una fuorviante tendenza alla minimizzazione. Ecco perché ci sorgono spontanee alcune domande sorgono spontanee a noi, ma anche ai cittadini. Perché è solo attraverso le domande giuste che si trovano le giuste risposte:

1.        La città è ad un passo dal tracollo e non ci è finita per caso. Perché nessuno ammette pubblicamente le proprie responsabilità?
2.        Perché per ogni problema ci si affida all’intervento di un solo salvatore della patria, peraltro esterno alla città?
3.        Adesso che le conseguenze della bancarotta economico-sociale si stanno facendo sentire, perché Siena deve aver paura di cambiare?
4.        Perché una larga fascia di cittadini non percepisce il senso dell’emergenza?
5.        Perché i giovani senesi devono cercare lavoro altrove?

I soci fondatori di Nero su Bianco:
Gabriele Cresti
Massimo Gasparri
Alessandro Griccioli
Duccio Meiattini
Giovanna Neri
Alessandro Piccini

2 commenti:

  1. Finalmente qualcosa con fini positivi...

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  2. Rispondo sommariamente alle vostre domande : 1) nessuno ammette le proprie responsabilita' perche' tutti sono responsabili trasversalmente e stratificatamente.E' questo il grande male della citta' e se non lo ammettiamo tutti non andiamo da nessuna parte.tutti sono coinvolti a tutti i livelli , dai vertici istituzionali al cittadino che non dice di no altrimenti non gli assumono il figlio al Monte,in Comune e via dicendo .quindi nessuno si tiri fuori ,nessuno scagli pietre,nessuno tenti di dire che lui non c'era,non sapeva,non si era accorto.quanti saranno in grado di fare questo?io credo pochissimi,solo quei pochi che amano se stessi e la loro onesta,' quei pochi orgogliosi , teste dure che hanno rischiato anche di farsi male pur di di non chinare il capo davanti al potere ottuso che gli chiedeva solo di farsi i fatti propri in cambio di pane e tranquillita' (era l'affare del secolo,come dire di no?)Quindi attenzione e prima di parlare un bell'esame di coscienza. Se qualcuno che mi legge fosse interessato alle altre risposte,si faccia vivo (non sara' facile nel mortorio generale) e io saro' tempestivo.Non vorrei avervi depressi ,ma vorrei avervi aperto gli occhi.un abbraccio a tutti.

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