Ieri
sera (7 novembre) si è svolta l’assemblea dei lavoratori di Siena Biotech, i
quali hanno espresso insoddisfazione per i dubbi che si addensano sul futuro
dell’azienda. Nata come società strumentale della Fondazione MPS nel 2002,
Siena Biotech ha subito le conseguenze della crisi che ha investito sia la
Fondazione che la Banca MPS. Ad aprile scorso, i Sindacati e la Direzione hanno
raggiunto un accordo per il ricorso alla cassa integrazione in deroga,
provvedimento attivato con lo scopo di ridurre i costi in attesa di nuovi
finanziamenti e nuove collaborazioni con soggetti terzi. Adesso, i dipendenti
ritengono che venti lavoratori possono essere considerati esubero strutturale,
e pertanto minacciati dal rischio di taglio. Un numero che potrebbe salire
entro la fine dell’anno. Secondo quanto si apprende dalla stampa, i
finanziamenti provenienti dalla Fondazione MPS sono passati da 10 a 2 milioni.
Questo prospetta uno scenario di incertezza e instabilità per Siena Biotech. I
lavoratori vedono concrete minacce
all’occupazione e, al contempo, rischiano di vedere dispersa la loro alta professionalità con il continuo
ricorso agli ammortizzatori sociali. Nero su Bianco sta seguendo con attenzione
gli sviluppi della situazione di Siena Biotech, i cui lavoratori hanno
annunciato l’inizio dello stato di agitazione a partire dallo sciopero di otto
ore di lunedì 12 novembre. In primo luogo, un importante bacino di occupazione
cittadino (107 dipendenti) rischia un drastico ridimensionamento. Inoltre, un
polo di eccellenza nella ricerca vede minacciato il coronamento di anni di
lavoro. Sempre tralasciata in Italia, la ricerca ha bisogno di tempi più lunghi
degli altri settori per produrre risultati. Una ragione in più per cui Nero su Bianco
condivide la preoccupazione dei lavoratori, e spera che Siena Biotech possa
continuare la sua preziosa attività di ricerca in settori chiave come la neuro
oncologia e le malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer e di Huntington).
Occorre fare tutto il possibile affinché una realtà che unisce occupazione e
ricerca possa essere mantenuta attiva e legata al territorio.
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